Il discorso di Roosevelt e l’Apocalisse

Fonte: Giornale «A Tribuna Regional» della città di Santo Angelo, Brasile, edizione del 1 e 2 marzo 2008, sabato e domenica.
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Franklin Roosevelt

Troviamo nel discorso d’insediamento in qualità di presidente degli Stati Uniti d’America di Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), il 04 marzo 1933, queste parole che molto hanno a che vedere con ciò che predichiamo:

Il diritto di non aver paura

«Lasciate che io riaffermi in primo luogo la mia ferma convinzione che l’unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa, l’irragionevole e ingiustificato terrore senza nome, che paralizza gli sforzi necessari per trasformare una ritirata in progresso.»

In questo momento cruciale della storia cerchiamo la sicurezza in Dio e porgiamo le mani a coloro che lavorano davvero per un mondo migliore e per un’Umanità più felice, antico slogan della Legione della Buona Volontà. Cerchiamo, come consiglia Roosevelt, «trasformare una ritirata in progresso» e cioè il timore in conoscenza, pertanto in luce, ma sotto un chiarore da cui si possa, vincendo timori millenari, costruire il nuovo mondo promesso da Dio. Osservate: da Dio nell’Apocalisse (21:3 e 4).

Il nuovo cielo e la nuova terra
Tela: Sátyro Marques (1935-2019)

«[3] Udii allora una voce potente che usciva dal trono: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Dio dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed Egli sarà il “Dio-con-loro”.

 «[4] E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, né dolore, perché le cose di prima sono passate.»

Timore versus sopravvivenza

Abbiamo il libero arbitrio... Dio lo rispetta. Frattanto, se la semina è libera, il raccolto è inevitabile. Quando spiego, a braccio, che non ci conviene coltivare timori nei confronti dell’Apocalisse (l’ultimo libro della Sacra Bibbia) voglio dire che si tratta di un provvidenziale avvertimento sul risultato della semina che pratichiamo. Non ho mai detto che quei messaggi scritti lì a lettere di fuoco siano delle fandonie. Mentre invece cerco di chiamare la vostra attenzione sul fatto che il timore non è un buon maestro per insegnarci a vincere qualsiasi cosa. Ove si installa la paura la Libertà non fruttifica; ove esiste l’odio regna la debolezza. Se c’è qualcosa da temere non è l’Apocalisse. Questo è la nostra fortezza. Sono le cattive condotte umane che possono causare terrore. Però dobbiamo superare persino questo con la forza dei provvedimenti dovuti, presi a partire dalla nostra integrazione con la Saggezza Divina. Altrimenti atti di irresponsabilità planetaria sono capaci di condurre ad una devastazione senza precedenti della civiltà così come la conosciamo. La minaccia di un conflitto totale non è diminuita. Nemmeno con la fine della guerra fredda, neanche con gli accordi internazionali. Decine di artefatti atomici si trovano scomparsi. Permane il pericolo del contrabbando di materiale bellico, del bioterrorismo nonché dei rifiuti radioattivi. Fatti gravissimi.

Benedetta ostinazione

Tuttavia continuiamo caparbiamente a credere nel buon senso finale delle creature. Fin qui la società è riuscita a sopravvivere. Benedetta ostinazione, che si dimostra superiore alle follie di molti che ancora detengono il potere in questo mondo. Anzi, come esclamano i fratelli mussulmani: «Dio è il più grande!». Perciò, vivere è meglio!

José de Paiva Netto è scrittore, giornalista, conduttore radiofonico, compositore e poeta. È presidente della Legione della Buona Volontà (LBV) e membro effettivo dell’Associazione Brasiliana di Stampa (ABI), della Associazione Brasiliana di Stampa Internazionale (ABI-Inter), della Federazione Nazionale dei Giornalisti (Fenaj), della International Federation of Journalists (IFJ), del Sindacato dei Giornalisti Professionali dello Stato di Rio de Janeiro, del Sindacato degli Scrittori di Rio de Janeiro, del Sindacato dei Radiocomunicatori di Rio de Janeiro e dell’Unione Brasiliana dei Compositori (UBC). Inoltre fa parte dell’Accademia di Lettere del Brasile Centrale. É un autore riconosciuto internazionalmente per la concettualizzazione e la difesa della causa della Cittadinanza e della Spiritualità Ecumeniche che, secondo lui, costituiscono «la culla dei valori più generosi che nascono dall’Anima, la dimora delle emozioni e del raziocinio illuminato dall’intuizione, l’atmosfera che avvolge tutto ciò che trascende il campo volgare della materia e proviene dalla sensibilità umana elevata, ad esempio della Verità, della Giustizia, della Misericordia, dell’Etica, dell’Onestà, della Generosità, dell’Amore Fraterno».